Eye for an Eye: quando la vendetta è una questione di occhio, e anche di stile

Un samurai cieco, ma mica scemo.
27 settembre 2024 di
Eye for an Eye: quando la vendetta è una questione di occhio, e anche di stile
homoerectus, Alessandro Liggieri

Quando un samurai cieco decide di fare a fette chiunque gli intralci la strada, il Giappone feudale non è più lo stesso. Un film su vendetta, spade e, stranamente, introspezione.

Non servono gli occhi per vedere la vendetta

Ammettilo: pensavi che per fare il samurai fosse fondamentale vedere. Che, sai, servissero gli occhi per mirare, schivare e... beh, non inciampare in un albero. Ma in Eye for an Eye: The Blind Swordsman, il protagonista ti dimostra che la vista è per i deboli. Lui preferisce fare affidamento su un misto di rabbia repressa e un udito da pipistrello per eliminare i nemici con stile.

Il film è ambientato nel Giappone feudale, un'epoca di onore, katane e gente che si lanciava sfide con frasi tipo "Vuoi morire in maniera epica o preferisci una morte rapida?". Il nostro protagonista, un tempo uno stimato samurai, si ritrova cieco (qualche nemico ha deciso che vedere era troppo mainstream per lui). Ma, invece di piangersi addosso, cosa fa? Affila la katana e comincia il suo cammino di vendetta contro quelli che gli hanno tolto la vista.

Il cammino della vendetta: con o senza occhi, è sempre spettacolare

La vendetta è un piatto che va servito freddo. O, se sei cieco, caldo e con una pioggia di scintille di katana. Il protagonista di questo film non è qui per farti provare compassione per il suo handicap, oh no! È qui per mostrarti come si fa a essere il più grande spadaccino senza occhi. E lo fa con una precisione che fa impallidire qualunque guerriero "vedente" in circolazione.

La trama si sviluppa tra scene di lotta che ti faranno alzare il volume della TV e dialoghi profondi che ti faranno abbassarlo di nuovo (non si sa mai che tu ti perda qualche perla di saggezza). Non mancano i colpi di scena, come il momento in cui capisci che il samurai non vuole solo vendetta: sta cercando se stesso. Ok, sembra un po' una cosa da cioccolatino motivazionale, ma giuro che funziona.

Un samurai, una katana e tanta, tanta vendetta

All'inizio del film, il nostro eroe, che chiameremo "Il cieco incavolato" per semplificare, è un guerriero che ha perso tutto: la vista, l'onore e, probabilmente, qualche amico su Facebook. Dopo un tradimento che gli lascia solo le ombre come compagnia, decide di non buttarsi giù. Anzi, decide di far cadere giù qualcun altro, preferibilmente con una lama ben affilata.

Il viaggio è una lunga scia di sangue e introspezione, dove il nostro samurai si scontra con nemici visibili e invisibili (tipo i suoi demoni interiori e, forse, qualche ostacolo sul cammino). La vendetta è un filo conduttore, ma sotto la superficie c'è un messaggio più profondo: a volte, per vedere davvero le cose, devi smettere di guardarle.

Un samurai cieco con stile: che altro ti serve?

Ora, per quanto riguarda il giudizio finale, c'è molto da dire. Il film è visivamente straordinario (anche se il protagonista non può apprezzarlo, tu sì). Le coreografie di lotta sono ben fatte, e nonostante tutto si svolga in gran parte nell'oscurità, il regista sa come giocare con luci e ombre per farti entrare nella mente del protagonista.

La trama ti porta attraverso momenti di azione esplosiva, intervallati da riflessioni esistenziali che ti fanno chiedere se stai davvero guardando un film d'azione o un trattato filosofico sulla vendetta. Gli attori fanno un lavoro eccezionale nel trasmettere la tensione, soprattutto il protagonista, che riesce a esprimere una gamma di emozioni pur senza poter vedere nulla. Non male, eh?

Se ami i film che ti fanno riflettere mentre guardi corpi volare per aria, questo è il film che fa per te. Se preferisci solo vedere corpi volare senza pensare troppo... be', c'è anche quello.

Un assaggio imperdibile!

Se vuoi un assaggio visivo, ecco una clip. Guarda ora e lasciati stupire!

A taste you can't miss!

If you're craving a visual bite, here's a clip. Watch it now and prepare to be amazed!

Perché te lo consiglio

Te lo consiglio perché è una perfetta allegoria della pigrizia umana, raccontata con un’ironia delicata e disarmante. Se ti piace l’umorismo che sa prendersi il suo tempo, questa serie fa per te.

Voto

 

Perché non te lo consiglio

Non te lo consiglio perché, se preferisci ritmi veloci e dialoghi pieni di azione, potresti trovarlo più soporifero che divertente. Dopotutto, non tutti apprezzano il fascino della lentezza.

Why I Recommend It

I recommend it because behind the swords and blood, there’s a reflection on human flaws, like revenge that blinds you, literally. And admit it, you want to see how fighting without sight works, right?

Rating

 

Why I Don't Recommend It

I don’t recommend it because, if you’re just here for the fight scenes, you might be disappointed: there are a few moments where the film takes itself seriously and talks about things like forgiveness. You know, those things that usually blow up in action movies.

Eye for an Eye: quando la vendetta è una questione di occhio, e anche di stile
homoerectus, Alessandro Liggieri 27 settembre 2024

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