La Grande Guerra" di Monicelli: quando la storia incontra la farsa

Satira bellica alla Monicelli: un'esplosione di risate sotto il fuoco nemico
14 giugno 2024 di
La Grande Guerra" di Monicelli: quando la storia incontra la farsa
Alessandro Liggieri

La grande guerra" di Monicelli ti fa ridere delle tragedie belliche—sarcasmo e satira in trincea! 

Dove nessun eroe vorrebbe andare 

Nel cuore oscuro del 1916, due improbabili 'eroi', Oreste e Giovanni, evitano il pericolo con la grazia di un elefante su pattini. La loro missione? Sopravvivere alla follia della Prima Guerra Mondiale senza mai davvero tentare di essere eroici. Monicelli ci regala un ritratto esilarante di questi due compari che tramano di sfuggire ad ogni fatica bellica, spesso finendo nei guai più grossi di quelli che cercavano di evitare.

Il loro viaggio attraverso il fango e le trincee diventa una serie di disavventure che sfiorano il ridicolo, giocando a ping-pong tra comico e catastrofico. Giovanni, il più riflessivo dei due, spesso trova soluzioni ingenue ai loro problemi, mentre Oreste, con un cinismo affilato come una baionetta, commenta ogni situazione con battute che ti fanno rischiare di soffocare dal ridere. Insieme, la coppia non solo affronta nemici armati, ma anche ufficiali incompetenti e le bizze del destino, che sembra divertirsi a rovinare i loro piani migliori.

Tra falsi ordini di attacco, fughe rocambolesche e un incontro ravvicinato con una mucca (sì, hai letto bene), "La grande guerra" dipinge la follia della guerra con pennellate di umorismo nero. E mentre i nostri 'eroi' si barcamenano tra una trincea e l'altra, ci insegnano che, forse, l'unico modo per affrontare l'assurdità della guerra è riderci su, anche se a volte il riso si blocca in gola.

Un cinico applauso

Se pensi che la guerra sia tutta tragedia e eroismo, preparati a essere smentito. "La grande guerra" di Mario Monicelli è un affresco di comicità e satira così tagliente che potrebbe quasi farti dimenticare il suono delle bombe. Ma non troppo, perché le esplosioni sono piuttosto rumorose, diciamocelo.

Monicelli, quel furbo regista, maneggia la sua camera con la stessa destrezza di un prestigiatore. Ci mostra un panorama di scene così magnificamente orchestrate che persino il più triste dei soldati potrebbe sgusciare fuori un sorriso. La fotografia in bianco e nero non è solo una scelta stilistica; è una dichiarazione. Ogni inquadratura è un quadro, e ogni quadro sembra urlare: "Guarda come riesco a rendere bello questo disastro!"

I costumi? Perfetti fino all'ultimo bottone, trasportandoti direttamente nel 1916 senza bisogno di macchina del tempo. Ti senti quasi in colpa per ammirare la moda in un momento così tragico, ma poi ti ricordi che stai guardando un film e ti rilassi.

Diamo a questo capolavoro un solido 10/10. Ti garantisco che questo film è una giostra emotiva che vale la pena di cavalcare. 

Perché te lo consiglio

Te lo consiglio perché vedere "La grande guerra" è come ascoltare il racconto di un nonno un po' esagerato e molto sarcastico su eventi troppo seri per essere presi sul serio. Monicelli non solo critica i difetti umani come l'orgoglio e la codardia, ma lo fa con una tale verve che non puoi fare a meno di ridere. 

Perché non te lo consiglio

Non te lo consiglio perché se il tuo interesse è una rappresentazione eroica e agiografica della guerra, qui troverai solo beffe e battute. I difetti umani come l'egoismo e la paura sono esposti in modo così crudo (e comico) che potresti finire per interrogarti sulla natura stessa dell'eroismo.

Ti do consigli, poi vedi tu...

Amato o odiato, "La grande guerra" non lascia indifferenti.  Seguimi per più recensioni che ti faranno pensare (e ridere!).

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La Grande Guerra" di Monicelli: quando la storia incontra la farsa
Alessandro Liggieri 14 giugno 2024
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