"L'epopea di Gilgamesh": avventure di un re semidio e i suoi weekend

Se pensavi che la tua vita fosse complicata, aspetta di leggere questa!
9 maggio 2024 di
"L'epopea di Gilgamesh": avventure di un re semidio e i suoi weekend
Alessandro Liggieri

"L'epopea di Gilgamesh": non solo un libro di storia, ma anche un manuale su come (non) gestire l'immortalità.

Un re, un amico e un sacco di guai

Dunque, ci troviamo nell'antica Mesopotamia, dove il WiFi era terribile e l'unico modo per divertirsi era governare una città-stato o, sai, lanciarsi in avventure epiche. Entra in scena Gilgamesh, il re di Uruk, alto, forte, semidio, con un ego più grande della muraglia che circonda la sua città. Il tipo ha tutto: potere, una linea di sangue divina, e la noia mortale che solo un immortale (o quasi) può capire.

Un giorno, però, gli dei, stufi delle sue lamentele sulla noia, gli mandano Enkidu, un tipo peloso cresciuto dai lupi (sì, letteralmente), che potrebbe essere la sua anima gemella non-romantica. Dopo un incontro iniziale che più che un saluto sembra un incontro di wrestling, diventano migliori amici. Com'è naturale, decidono che la cosa migliore da fare è partire alla ricerca di un po' di immortalità, come se fosse l'ultimo pezzo di pizza al buffet.

Iniziano quindi un viaggio che ha più curve di una serpentina. Combattono con un guardiano gigante che protegge una foresta sacra (perché ovviamente non puoi semplicemente entrare in una foresta sacra), affrontano il toro celeste inviato dagli dei per fermarli (perché i dei sono un po' suscettibili), e scoprono che l'immortalità non è esattamente uno scaffale al supermercato dove puoi prendere quello che ti pare.

Attraverso queste avventure, Gilgamesh e Enkidu imparano su amicizia, responsabilità e il prezzo reale dell'immortalità. Spoiler: è complicato. E tra un mostro e una divinità arrabbiata, scoprono che forse, solo forse, vivere una vita piena e accettare la propria mortalità non è poi così male. Ma eh, ci vuole un'epopea intera per capirlo, perché ovviamente parlare delle cose non è mai stata un'opzione, no?

Un giudizio da bibliofilo sarcastico

Allora, parliamo di "L'epopea di Gilgamesh". Questo libro è più vecchio della dieta senza glutine e ancora riesce a dare lezioni a molte delle cosiddette "grandi opere" moderne. Gilgamesh non è solo un semidio con una crisi di identità, è anche un precursore dei protagonisti dei drammi adolescenziali, solo che lui combatte contro divinità e mostri, non contro l'acne e gli esami di chimica.

Il libro parte un po' lento—dai, è vecchio di migliaia di anni, diamogli un attimo per scaldarsi. Ma una volta che entra in ritmo, diventa una sorta di buddy movie dell'antichità. Immagina "Thelma & Louise", ma con più divinità arrabbiate e meno Grand Canyon.

La narrazione? Sorprendentemente fresca per qualcosa scritto quando ancora si credeva che il sole fosse un disco volante gigante. E lo stile? Sembra che l'autore sapesse già che la gente avrebbe avuto bisogno di cliffhangers per arrivare fino alla fine. E quei dialoghi? Talvolta, potresti pensare che Gilgamesh stia per tirare fuori uno smartphone e googlare "come sconfiggere un mostro mitologico senza morire nel tentativo".

E poi, il modo in cui tratta temi come l'amicizia, la morte e il desiderio di lasciare un segno nel mondo—è come una lezione di filosofia, solo che è molto più divertente e meno probabile che ti faccia venire voglia di dormire.

Diamo un solido 9/10 a "L'epopea di Gilgamesh". Perché non un 10/10? Perché, ammettiamolo, ogni tanto si perde un po' in dettagli come "e poi hanno camminato... e camminato... e camminato ancora." Ma hey, è un viaggio epico nel vero senso della parola, e se non sei stanco dopo un'epopea, probabilmente stai facendo qualcosa di sbagliato.

Perché te lo consiglio

Apparentemente affrontare i propri demoni personali è un tema universale che risale a, beh, letteralmente l'alba del tempo. Se pensi che affrontare i tuoi problemi sia difficile, prova a essere un re che potrebbe accidentalmente scatenare una divinità arrabbiata. Dà una prospettiva, no?

Perché non te lo consiglio

Se cerchi una lettura leggera da spiaggia, forse un'epopea piena di lezioni esistenziali sui difetti umani e su come affrontare la morte non è proprio il tuo genere. E poi, onestamente, il linguaggio è un po' datato (non è proprio "letto e via").

Ti do consigli, poi vedi tu...

  Se ti piacciono le recensioni con un tocco di sarcasmo e non hai paura di affrontare la letteratura con un sorriso, continua a seguirmi.  Prometto che sarà meno doloroso di un viaggio con Gilgamesh!

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Alessandro Liggieri 9 maggio 2024
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